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Niente Montecitorio per il Dalai Lama

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Aìlton
icon11  view post Posted on 25/11/2007, 21:45




CITAZIONE
Niente Montecitorio per il Dalai Lama
«Nell'emiciclo non si svolgono celebrazioni». L'unica eccezione per i presidenti dei Parlamenti stranieri

ROMA — Fausto Bertinotti non concederà l'Aula di Montecitorio per la visita del Dalai Lama a Roma. «Nell'emiciclo si svolgono solo lavori parlamentari, non celebrazioni», spiegano i suoi collaboratori e infatti l'unica eccezione che ha fatto il presidente della Camera è stata quella di ospitare i presidenti dei Parlamenti stranieri: «Si potrà organizzare un incontro nella Sala Gialla, con tutti gli onori». Ma non sarebbe la stessa cosa. Romano Prodi è orientato a non ricevere la guida spirituale tibetana. E così Massimo D'Alema: anche se questo non esclude, spiegano alla Farnesina, che ci siano incontri con ministri, come avvenne durante la sua visita l'anno scorso. L'arrivo del premio Nobel per la pace Tenzin Gyatzo, in Italia ai primi di dicembre, ha già creato un mezzo incidente diplomatico con la Cina (con proteste preventive dell'ambasciatore di Pechino), ma rischia ora di creare un vero e proprio caso politico.

Perché questa volta il partito pro-Tibet non demorde: guidato da Benedetto Della Vedova, ex radicale ora in Forza Italia, è riuscito a raccogliere 165 firme, e punta alle 315, cioè alla metà del Parlamento, per chiedere che il Dalai Lama possa avere accesso «al cuore della democrazia italiana». Si sono iscritti al «partito dei diritti umani» oltre alla vicepresidente della Camera Giorgia Meloni (An), un lungo elenco di deputati di Forza Italia, il casiniano Luca Volontè. Ma anche un buon numero di parlamentari che sostengono il governo Prodi: da Roberto Giachetti e Pietro Marcenaro del Pd a Pietro Folena di Rifondazione e a Grazia Francescato dei Verdi, e praticamente l'intero gruppo della Rosa nel Pugno. Non è contrario alla causa anche il vicepresidente della Camera Carlo Leoni. A loro si aggiungono gli amministratori locali piemontesi, tutti Pd di osservanza veltroniana, e lo stesso sindaco di Roma: ad invitare il Dalai Lama è stato infatti il sindaco di Torino Sergio Chiamparino per conferirgli la cittadinanza onoraria; Mercedes Bresso, presidente della Regione, lo riceverà (senza tutti i dubbi che ha invece Roberto Formigoni) e anche Veltroni potrà stringergli la mano all'incontro annuale a Roma con i premi Nobel.

«Gli amministratori locali hanno una loro autonomia», liquidano l'affare alla Farnesina. Perché se sotto tiro c'è Bertinotti, ma sotto accusa è il governo Prodi: «Non si può abdicare ai diritti umani in nome degli affari — insiste Della Vedova —. Perché ci sono tre Paesi del G8, Stati Uniti, Canada e Germania, che hanno avuto il coraggio di ricevere il Dalai Lama e invece noi non vogliamo fare dispiacere a Pechino». Il perché è nelle notizie che arrivano dalla Cina sui ricatti e gli affari perduti dalle aziende tedesche e americane. Il caso diplomatico è dunque chiuso, a meno che i due partiti, quello più realista che non vuole sfidare la Cina e quello che vuol fare della visita del Dalai Lama una vetrina per la battaglia per i diritti umani, non costringeranno a riaprire i giochi.

@ Corriere

 
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Stivo
view post Posted on 25/11/2007, 23:24




PU. Che invitino britney spears...

Il Papa
 
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Aìlton
view post Posted on 27/11/2007, 17:43




Sì e poi rompono con la moratoria contro la pena di morte... VERGOGNA!
 
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Stivo
view post Posted on 27/11/2007, 17:57




Boh cmq ho altro di cui indignarmi prima del dalai lama ke non entra a montecitorio...:P

Il Papa
 
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Aìlton
view post Posted on 27/11/2007, 18:31




Invece dovresti indignarti... mi sono rotto il cazzo di questi campioni dei diritti umani che ogni volta che c'è di mezzo la Cina si nascondo... VERGOGNA... questa volta la Sinistra non avrà il mio voto.
 
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Stivo
view post Posted on 27/11/2007, 19:18




Perchè in genere hanno avuto il tuo voto? O_o era sarcasmo vero?.....

Il Papa
 
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Aìlton
view post Posted on 27/11/2007, 19:31




Be' ho votato i Radicali ergo per Prodi.
 
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Stivo
view post Posted on 27/11/2007, 19:46




O_o Davveroooo??? Mondo di tasse.....

Il Papa
 
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Aìlton
view post Posted on 2/12/2007, 01:44




Arriva il Dalai Lama. E chi se ne frega

Si vergognino e basta.
Lo facciano quei conduttori di talkshow che pensano che parlare del Dalai Lama e della Cina non faccia ascolti, e che un delitto molto vicino sia più interessante di carneficine molto lontane. Lo facciano quei miei colleghi, intrisi di realpolitik da cortile, che passano la vita a sezionare le cose bianche e le cose rosse naturalmente la milionesima ipotesi di proporzionale alla tedesca con soglia di sbarramento alla norvegese e scorporo alla molisana: convinti che determinate questioni siano solo velleità da idealisti e da radicaloidi anziché sostanza politica pura, allo stato brado.

Si vergogni il presidente della Camera Fausto Bertinotti, capace di intrattenersi 50 volte al giorno coi cronisti e però incapace di dare una risposta ufficiale ai 285 parlamentari che per iniziativa di Benedetto della Vedova gli hanno chiesto di ricevere il Dalai Lama con tutti i crismi, e se possibile di farlo parlare nell’emiciclo parlamentare.

Si vergogni Romano Prodi, l’uomo che vorrebbe sospendere l'embargo delle armi alla Cina, il presidente del consiglio che non incontrerà il Dalai Lama questo dicembre come non volle incontrarlo nell’ottobre 2006: nel 1994, diversamente, il Dalai Lama fu ricevuto ufficialmente dal Capo dello Stato e dal presidente del Consiglio: eppure l’import-export con la Cina rimase in piedi.

Si vergognino pure, dal primo all’ultimo, i comunisti italiani: è l’unico gruppo dove non compare neppure un firmatario tra i 285 che hanno chiesto a Bertinotti d’incontrare il leader tibetano.
Rifondazione comunista? Solo Pietro Folena e Maurizio Acerbo: solo loro due riescono a scacciare il sospetto che la sinistra italiana sia multilaterale solo in chiave antiamericana.

Poi c’è il Vaticano, che ha certo responsabilità più complicate giacchè milioni di cattolici cinesi rischiano persecuzioni ogni giorno: ma va detto che neppure Benedetto XVI, che a sua volta non incontrerà il Dalai Lama, ne esce infine splendidamente.

Ma è tutto il nostro Paese a uscirne come il solito paesaggio di mezze stature e piccoli interessi: nei mesi scorsi gli Usa e George Bush hanno ricevuto il Dalai Lama inteso come rifugiato politico dalla Cina, e gli hanno pure appigliato la medaglia d’oro del Congresso: se ne sono fregati degli strepiti altezzosi e delle minacce di ritorsioni di Pechino. Lo stesso hanno fatto Canada e Austria e Germania: e basti che lo Stato guidato da Angela Merkel è il primo paese europeo per interscambio ed export e investimenti verso la Cina.

E’ difficile dar torto al riformatore liberale Benedetto Della Vedova: quello del Dalai Lama è un problema politico, non diplomatico o protocollare, e ciònonostante il governo sta ostentando un silenzio perfettamente allineato ai desiderata di Pechino. Ma non occorre essere degli economisti per comprendere che è Pechino, in primo luogo, a non potersi permettersi di azzerare l’interscambio commerciale con l’Occidente. Certo, Cina non olet, e l’economia più di tanto non può certo farsi condizionare dai dati sulla pena di morte in Cina, dalle notizie sugli organi espiantati e rivenduti senza il consenso dei familiari, dalle torture, dai cattolici ammazzati, dai dissidenti imbottiti di psicofarmaci, dai lager dove milioni di uomini imprigionati senza processo alimentano un'economia anche fondata sullo schiavismo. I maestri della realpolitik possono raccontarsi che la libertà economica porterà anche alla libertà democratica dei cinesi, e pazienza se di questo processo per ora non v’è traccia, anzi. Pazienza se nessuno condannerà la Repubblica Popolare Cinese per la sua produzione industriale e manifatturiera operata nei lager, e se nessuno boicotterà le Olimpiadi come proposto anche da Don Pietro Gheddo su questo giornale.

Sono sogni, velleità da idealisti. Se tuttavia riuscissimo perlomeno a non farci dettare l’agenda istituzionale dai cinesi, non rifiutandoci vergognosamente d’incontrare un leader spirituale e nonviolento che ha la valenza civile e democratica di mille monaci birmani, sarebbe qualcosa.

Filippo Facci @macchianera.net
 
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Stivo
view post Posted on 2/12/2007, 14:25




Potrei anche essere d'accordo sul contenuto, con alcune riserve. Non sono d'accordo con la forma, che è poi il primo contenuto che passa. Come altre volte sembra che l'interesse sia più sollevare la polemica e mostrarsi indignati che suscitare una reazione feconda. Perchè di fronte a un articolo del genere la risposta sarà un generale attestarsi sulla difensiva e magari intraprendere qualche causa legale. Dubito che si genererà qualche rimorso nelle coscienze di coloro che, a quanto si dice, dovrebbero "vergognarsi". Sembra più la ramanzina urlata della maestra delle elementari o del prete della domenica che la denuncia decisa ma pacata di una voce fuori dal coro. Il che va tutto a detrimento della causa, fosse anche la più nobile.
Nella fattispecie, siamo d'accordo sul non farci dettare l'agenda politica da Pechino, così come siamo d'accordo nel condannare le violazioni dei diritti umani che avvengono drammaticamente e quotidianamente in Cina. Detto questo, sarà pure una questione politica l'incontro col dalai lama, ma ritengo ci siano dei modi più consistenti per manifestare dissenso alla Cina. Che poi questo passi anche attraverso l'incontro col Lama, può darsi. Senza però farne un simbolo, perchè incontrarlo o no a montecitorio, prima che una questione politica, è una questione di educazione...
Tra l'altro Facci ce l'ha di più con i comunisti che col vaticano. Curioso. Rifondazione si dovrà pure vergognare, mentre il papa "non ne esce splendidamente". Come mai questo cambio di toni? Facciamo vergognare anche il Papa ogni tanto, che non fa male. Ma invece di far vergognare le persone come scolaretti perchè non hanno polso nei confronti della cina, sarebbe meglio evitare che le mosse politiche siano determinate dal senso di colpa per non averlo avuto, questo polso. Che il senso di colpa genera solo vegetariani e irenisti, non politici seri.

Il Papa (ne uscirò splendidamente?...)
 
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Aìlton
view post Posted on 2/12/2007, 14:44




Stivo ma cosa gliene frega a Bertinotti e a Prodi dell'articolo di Facci?
Cioè tu pensi che ci sarà "una risposta sulla difensiva" solo per il biasimo di Facci?
Cioè, è Facci, gli piace far polemica. Be', lunga vita ai Facci che tra tanti corsivetti inutili e politicamente corretti che sembrano più bollettini di partito che articoli di giornale fa le sue ramanzine.
In ogni caso, questa è la Sinistra dei Diritti Umani, la Sinistra che si nasconde per interessi ideologici (Cuba) e economici (Russia e Cina) ma che fa la voce grossa con gli Stati Uniti.
La stessa Sinistra Pacifista che critica la guerra in Iraq ma che tra qualche giorno voterà per rinnovare la missione militare.
La stessa Sinistra che firma appelli contro Magdi Allam e poi dialoga con Tariq Ramadan.
E poi si lamenta che la gente vota per Berlusconi. E ci credo.
 
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Stivo
view post Posted on 2/12/2007, 14:50




Beh direi ke facci ci sguazza nel lamentarsi di non avere voce in capitolo e ke a bertinotti e prodi o chi x loro non interessa minimamente dei suoi articoli...
Sulla sinistra ipocrita siamo tutti d'accordo. Non per questo voterei berlusconi.
E sul far polemica, beh diciamo ke c'è differenza tra il corsivetto inutile/politically correct e la condanna netta e argomentata, che di per sè non abbisogna di strepiti nè di lamenti al cielo che sanno molto di Gesù Cristo che parla a chi "non ha orecchie", piuttosto che di giornalismo responsabile. O almeno, l'impressione che si dà è quella dell'autoincensazione di chi scrive, nonostante tutte le cose anche irreprensibili che vengono dette.

Il Papa
 
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Aìlton
view post Posted on 11/4/2008, 13:12




Vattimo, appello contro i monaci tibetani

Ah, la superiorità culturale della sinistra italiana!
 
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13 replies since 25/11/2007, 21:45   61 views
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